Attore, ballerino, uomo impegnato nel volontariato e, da qualche mese, anche proprietario di un ristorante a Tolfa, la suggestiva cittadina a nord-ovest di Roma nella quale è nato trentaquattro anni fa.
Quante attività svolge Antonio Morra, al momento? Probabilmente, a quelle citate ne andrebbero aggiunte altre, ma preferiamo fermarci qui perché ci sembrano già molte...
Per cominciare vorrei chiederti qualche notizia sul tuo ristorante di Tolfa, «Da Buzzico». Finora ne abbiamo parlato solo in una breve notizia uscita sul «Carnet» di Sogno, quindi puoi dire tutto ciò che vuoi, presentarlo ufficialmente al nostro pubblico. Per esempio, sarebbe interessante sapere quali sono le principali specialità che vengono proposte alla clientela e, magari, se anche tu, essendo un ottimo cuoco (se non ricordo male) ogni tanto prendi possesso della cucina.
«Lavoro nel mio ristorante tra la cucina e la sala, preparo personalmente i miei piatti e curo i clienti: essendo un ristorantino di venticinque posti è come cucinare in casa. Utilizzo solo prodotti genuini tipici tolfetani. L’antipasto è costituito da formaggi che stagiono nella grotta che si trova sotto il ristorante; vengono serviti su un tagliere con miele di castagno dei monti della Tolfa e bruschettine con il battuto, tipo lardo di Colonnata. Poi c’è la “trista”, un piatto tipico dell’antica cucina dei butteri della Maremma: pane bruscato con aringa affumicata, bagnato con una zuppa di mentuccia, patate e pomodoro; e ancora, prosciutto nostrano, melone e verdurine miste grigliate e marinate. Ma questa è solo una parte dell’antipasto! Come primi piatti serviamo tra gli altri: zuppa di fagioli con cicoria di campo e patate, lasagne bianche con funghi porcini e verdure, pappardelle in bianco al cinghiale, fettuccine alla salsiccia, zucchine, fioretti di zucca, ravioli ai funghi porcini e tartufo, pasta con ragù di fracosta e ravioli con una salsa di asparagi, funghi ferlenghi, pomodoro, pachino e tartufo. Qualche secondo piatto: bistecche fracosta di manzo o vitello saltate con funghi porcini e tartufo, bistecche di maiale alla piastra con finocchio selvatico, salsicce, lumache alla romana, trippa col pecorino. Tra le altre proposte del mio locale posso ricordare il formaggio di fossa fuso al forno con miele e noci, e i dolci fatti in casa, dalle crostate al tiramisù alla catalana. Inoltre offriamo liquori fatti in casa, la passione di mio padre: crema di limoncello, liquore di melograno, maraschino... Insomma, dipende dalla stagione, lui riesce a trasformare tutto in eccellenti liquori».
A scorrere questo ricco menù viene l’acquolina in bocca...
«Non mi meraviglio! Vorrei aggiungere che quelli che ho citato sono solo alcuni esempi dei nostri piatti, che cambiano a seconda della stagione e di settimana in settimana».
Da un argomento all’altro: ci sono novità sul fronte del volontariato, dopo la tua lunga esperienza in Ecuador?
«Sì, in ottobre andrò di nuovo in Ecuador, torno dai “miei” bambini. Non vedo l’ora!».
Una domanda che stiamo ponendo un po’ a tutti i nostri attori più esperti: che consigli daresti a un giovane desideroso di intraprendere la carriera di attore (di fotoromanzi e non)?
«Un consiglio semplicissimo: cerca di essere sempre te stesso e divertiti!»...
L'intervista completa è pubblicata sul n.300 di Sogno, in edicola a settembre
Lintervista di agosto: Alessandro Inches
L’intervista di luglio: Agnese Muzzarelli
L’intervista di giugno: Gilles Rocca
L’intervista di maggio: Caterina Nervi
L’intervista di aprile: Paolo Pasqualini