ANCORA UNA VOLTA IL NOSTRO ATTORE CI PARLA DEI “SUOI” BAMBINI IN ECUADOR E DEI PROGETTI A SFONDO SOCIALE CHE STA PORTANDO AVANTI NELLA NAZIONE SUDAMERICANA. GRAZIE A INTERNET, PRESTO SARÀ POSSIBILE SEGUIRE QUESTA SUA ATTIVITÀ E RESTARE IN CONTATTO CON LUI ATTRAVERSO UN “BLOG” DENOMINATO SIGNIFICATIVAMENTE “DIARIO DI UN VOLONTARIO”. NEL SUO FUTURO PERÒ C’È ANCORA L’ITALIA: «LE MIE RADICI SONO QUI – DICE – ANCHE SE ORMAI IL MIO CUORE SARÀ SEMPRE IN ECUADOR. QUELLA NAZIONE E QUEI BAMBINI SONO DENTRO DI ME, NON CREDO CHE POTRÒ MAI DIMENTICARLI»


Intervistare Antonio Morra significa ormai parlare soprattutto della sua attività di volontario in Ecuador, un tema al quale abbiamo già dedicato ampio spazio in passato ma che è sempre in cima ai pensieri di Antonio. Attualmente il nostro attore trascorre gran parte del proprio tempo in quella nazione occupandosi dei suoi bambini, quei bambini ai quali missionari e volontari cercano di donare un futuro che sia migliore del loro passato. Un passato caratterizzato da violenza, miseria, condizioni di vita inimmaginabili. Incontriamo Antonio durante una breve permanenza in Italia, una piccola pausa prima di ripartire per l’Ecuador. Ci spiega che questa sua splendida (e difficile) avventura – iniziata come un gesto di generosità – sta per fare un grande salto di qualità. ´Sto seguendo un corso di aggiornamento sui progetti di sviluppo per il Terzo Mondo. Io e altri volontari stiamo approfondendo la nostra conoscenza di tematiche quali il Terzo Mondo, appunto, la situazione dei i bambini di strada, il turismo responsabile etc. In questo corso si studiano anche tutti quegli elementi che concorrono alla creazione della cosiddetta microeconomia. Materie non facili ma molto interessanti e, ovviamente, importanti per chi ha a cuore il futuro delle giovani e giovanissime generazioni di determinate nazioni, tra le quali l’Ecuadorª. Quando sei tornato in Ecuador per la seconda volta, cosa hai provato nel rivedere le persone con le quali avevi già condiviso la precedente esperienza? ´Una grande gioia, potevo sentire il cuore riempirsi di felicità. Certe esperienze comuni creano amicizie destinate, molto probabilmente, a durare per tutta la vitaª. Come sei stato accolto dai ìtuoiî bambini? ´Loro ormai mi vedono un po’ come un fratello maggiore. E così, quando sono ripartito per l’Italia ci sono stati momenti di forte commozione per tutti, ma quando sono tornato in Ecuador ho visto scene di sincera gioia, una vera e propria festa alla quale hanno preso parte tutti i bambini presenti nella missioneª. Vuoi parlarci di questa seconda esperienza in Ecuador? C’è qualche aneddoto particolare che puoi raccontarci? ´Il ricordo più emozionante della mia seconda permanenza in Ecuador (iniziata lo scorso autunno e finita a maggio; n.d.r.) è legato a due bambine provenienti da famiglie piene di problemi di ogni genere, ambienti difficili, violenti. Mi sono affezionato moltissimo a loro e ho cercato di aiutarle anche andandole a trovare ogni fine settimana nell’orfanotrofio nel quale si trovavano e in cui cercavano di dimenticare le tremende storie vissute in precedenza, quando entrambe avevano subìto per lungo tempo abusi di ogni tipo. Ora ho saputo che sono state adottate da due famiglie benestanti dell’Ecuador che potranno garantire loro un futuro migliore. So già che al mio ritorno in quel Paese non le troverò e quasi certamente non le vedrò mai più, e questo mi rende un po’ triste. Al tempo stesso però sono felice per loro perché stanno iniziando una nuova vita, finalmente al sicuro da situazioni terribiliª. Hai parlato di adozioni. Com’è oggi la situazione per una famiglia italiana che voglia adottare un bambino ecuadoriano? ´Di certo non facile. Le leggi italiane sono molto severe in questo àmbito. In fondo è anche giusto perché la salvaguardia dei bambini e dei loro diritti deve venire prima di tutto. Però è anche vero che penalizzano e scoraggiano tante brave persone che, attraverso l’adozione, vorrebbero donare un futuro più roseo a quei bambini. Ma questi sono discorsi molto difficili, delicati, che non possono essere approfonditi in un’intervistaª.





L’intervista completa su Sogno 308 in edicola dal 2 ottobre



L’intervista di giugno: Marica Giannini


L’intervista di maggio: Gilles Rocca


L’intervista di marzo: Francesca Filone


L’intervista di gennaio: Valerio Pentasuglia


L’intervista di novembre: Mirko Di Cristofaro


L’intervista di ottobre: Metis Di Meo


L’intervista di settembre: Antonio Morra


L’intervista di agosto: Alessandro Inches


L’intervista di luglio: Agnese Muzzarelli


L’intervista di giugno: Gilles Rocca


L’intervista di maggio: Caterina Nervi 


L’intervista di aprile: Paolo Pasqualini 


L’intervista di marzo: Agnese Marcolin


L’intervista di febbraio: Luca Calvani

Antonio Morra

SI PUO’ FARE DI PIU’...