È PARTITO PER AMORE DI UNA DONNA, È RIMASTO PERCHÉ NON POTEVA SFUGGIRE AI SORRISI DEI BAMBINI DI STRADA, AI TRAMONTI SULLE SPIAGGE DEL PACIFICO, ALLE ALBE DI QUITO, SUL TETTO DEL MONDO...



Antonio si mette in gioco, non in questa intervista (ha dato risposte intelligenti, ma lapidarie, risparmiando sulle parole). Antonio si mette in gioco nella vita, attraverso la pratica di vari sport, ma, soprattutto,lanciandosi in “avventure  benefiche”. Il volontariato in Equador è la sua grande passione, ma rappresenta anche una identificazione, una chiave di lettura per definire gli orientamenti “caratteriali” di questo bellissimo ragazzo dall'aria “guascona”. Non è possibile credere che questa vocazione non sia autentica, lui è troppo “vero” per nascondersi dietro etichette che lo rappresentino, il sito Internet “porelcambio. org.” parla per lui e ci parla di realtà assolute, crude, nelle quali il personaggio “forte” di Antonio si è calato senza risparmio, non tirandosi mai indietro, nonostante “le difficoltà di aiutare chi è in difficoltà”. Vediamo da dove è partito questo duro dal cuore generoso. Sorpresa, è partito da Tolfa e in Equador ci è arrivato per amore! Come è iniziato il tuo rapporto con l'Equador? «Cinque anni fa sono andato in Equador per seguire una ragazza italiana che stava svolgendo lì il suo “servizio civile” perché ne ero innamorato!» Antonio, dunque, si è messo in gioco per amore, è partito spinto da un legame sentimentale, non ci ha pensato un attimo a tuffarsi in quella realtà sconosciuta che poi lo ha catturato dal punto di vista emotivo. Antonio ha “adottato” i suoi bambini, dedicandosi all'Equador in modo assoluto, coinvolgente. Come lui. Per Antonio, questa non è una “moda” è un’attitudine, per alcuni versi anche scomoda, che non può esimersi dal praticare, costi quel che costi! Guarda caso, proprio come l'amore! Il rischio di essere considerato un missionario “tanto buono” è sempre in agguato, come quello di pensare che chi pratica il volontariato sia più buono degli altri. Antonio, ti senti buono? «Per niente! Il volontariato non si fa perché si è buoni, ma per sentirsi utili. Fare volontariato, non gonfia l'autostima più di qualsiasi altro lavoro che sai fare e svolgi bene! Tutti possono fare ciò che noi volontari facciamo, basta volerlo!» Le principali doti che ti riconosci sono... «Ho grande spirito di adattamento, so sempre come cavarmela, dispongo di molta intelligenza emotiva!» Che Antonio mette alla prova a favore degli altri in situazioni, se non estreme, di certo pesanti... Perciò, gli chiedo: Antonio, hai mai avuto paura? «Ho avuto paura quando, per un momento, ho dimenticato le mie ”radici”, da dove vengo. Lì ho avuto paura di perdermi, mi sono sentito solo e lontano da casa...»


L’intervista completa su Sogno 317 in edicola dal 10 agosto



L’intervista di luglio: Francesca Filone


L’intervista di maggio: Marica Giannini


L’intervista di marzo: Metis Di Meo


L’intervista di luglio: Antonio Morra 


L’intervista di maggio: Gilles Rocca


L’intervista di marzo: Francesca Filone


L’intervista di gennaio: Valerio Pentasuglia


L’intervista di novembre: Mirko Di Cristofaro


L’intervista di ottobre: Metis Di Meo


L’intervista di settembre: Antonio Morra


L’intervista di agosto: Alessandro Inches


L’intervista di luglio: Agnese Muzzarelli


L’intervista di giugno: Gilles Rocca


L’intervista di maggio: Caterina Nervi 


L’intervista di aprile: Paolo Pasqualini 


L’intervista di marzo: Agnese Marcolin


L’intervista di febbraio: Luca Calvani


ANTONIO, OGNI GIORNO UNA NUOVA SFIDA

Antonio Morra